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"PROGETTO GARIGLIANO" - 2013

PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA DELLA SPONDA DESTRA ALLA FOCE DEL GARIGLIANO (LT) -REVISIONE 2013

EVENTO: "PROGETTO GARIGLIANO" - 26 APRILE 2013 - vai alla news dell'evento

RESOCONTO EVENTO "PROGETTO GARIGLIANO": vai all'articolo (02/05/2013)

Perché un Progetto sulla Foce del Garigliano

Il fiume Garigliano rappresenta da sempre un enorme patrimonio paesaggistico e storico, oggi quasi ignorato.
Teatro della nascita e dello sviluppo della città romana di Minturnae nel 296 a.C., ospita, nel suo bacino idrografico, un habitat naturale di grande interesse naturalistico.
Oggi è al centro di un acceso dibattito politico e sociale tra gli enti territoriali e i cittadini delle comunità limitrofe, che intuiscono le potenzialità inespresse dell’area in termini di fruibilità, di godimento e, soprattutto, di sviluppo economico per tutto il territorio.
L’area in esame comprende il basso corso e la foce del fiume con un’estensione complessiva di circa 6000 ha. E’ proprio in questo tratto, lungo circa 3 km, che si concentrano maggiormente le attenzioni. Qui, infatti, l’attuazione di procedimenti di tutela delle emergenze e delle criticità paesaggistiche ed archeologiche ha portato, via via, ad una situazione di stallo sulla possibilità di sviluppo di tutta la zona. Sempre qui si concentrano le competenze di molte autorità e precisamente: il Comune di Minturno, come ente locale; la Provincia di Latina e la Regione Lazio, come competenza sui Piani Territoriali; la Soprintendenza ai beni Archeologici del Lazio, con i vincoli archeologici assoluti; l’Autorità di Bacino del Liri-Garigliano e il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. L’impossibilità di ottenere pareri e  nulla osta, dettata dalla mancanza di un indirizzo di programma condiviso tra tutti i diversi enti citati, è stata la principale causa di abbandono amministrativo e del conseguente incalzare dell’abusivismo edilizio, che ha condotto alla realizzazione di manufatti e strutture edilizie prive di autorizzazione soprattutto nel tratto costiero, dove è ormai scomparso il primordiale paesaggio mediterraneo delle dune.
In primo luogo, quindi, diventa necessario instaurare un protocollo d’intesa che porti ad un quadro condiviso e a un indirizzo di programma volto alla valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico.
L’occasione arriva con due interventi distinti che interessano l’area: l’uno è un progetto di fattibilità del 1999, che prevede due darsene subito a ridosso della foce, l’altro è un finanziamento del 2007 della Provincia di Latina per la difesa della foce con un molo guardiano che limiterebbe, secondo uno studio della dinamica dei sedimenti costieri e fluviali, l’insabbiamento della foce  e l’erosione della costa alla destra idrografica del fiume. I due interventi, tuttora lungo la strada di complessi iter di approvazione, potrebbero risultare il volano per una futura attività di pianificazione territoriale concertata.
Il progetto si inserisce, quindi, in questo complesso scenario e si configura proprio come documento di assetto territoriale che, tenendo conto di tutte le competenze, dei vincoli, delle vulnerabilità e delle criticità, fornisca un indirizzo unitario dove possano trovano spazio sia la salvaguardia delle bellezze archeologiche e naturalistiche sia nuove idee di sviluppo territoriale, entrando nel merito anche di scelte progettuali tipologiche.
Gli obiettivi sono di conseguenza quelli di ottenere la riqualificazione ambientale, intesa come fruibilità e godimento del patrimonio naturalistico, ripristino di habitat naturali deturpati e sviluppo di attività economiche e sociali compatibili  con gli habitat, e, allo stesso tempo, la valorizzazione archeologica, intesa come tutela del patrimonio archeologico esistente e potenziamento dell’offerta culturale, garantendo maggiore fruibilità e maggiori servizi alle aree.
Il filo conduttore  di tutto il progetto si può riassumere in una semplice frase che suona come uno slogan: “Archeologia e Ambiente, un’opportunità di sviluppo”.
 


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